sabato 13 dicembre 2008

LETTERE A ... UN ANGELO

LIBRO, AUTORI BIELLESI : Michela Degiuli


A distanza di dieci anni dalla morte di Marco Degiuli, avvenuta in un incidente stradale, la sorella Michela gli dedica un libro nel quale racconta la profonda ferita provocata da quel distacco così inaspettato e doloroso.In questo libro c'è il susseguirsi dei momenti più importanti legati alla morte del fratello, inframezzati da lettere indirizzate a lui, commenti, testi di canzoni il tutto a ricordo di sentimenti ancora vivi.
Raccontare la sua esperienza descrivendo le emozioni provate le sensazioni vissute, vuole essere un aiuto per coloro che come lei hanno visto cambiare all'improvviso la loro vita, privati dall'affetto dei loro cari. Michela però si spinge oltre, decide di devolvere tutti i proventi della vendita del suo libro per l'aiuto ai disabili e la ricerca contro il tumore. A maggio del 2007 dona alla Lega Tumori 2770 euro e altri 1500 euro ad ottobre 2008 nella stessa occasione dona 773 euro al Don Bosco. Michela sta preparando una seconda pubblicazione per continuare a far vivere nei suoi scritti il ricordo del fratello Marco, ma sopratutto per trasformare il suo dolore in un aiuto concreto per gli altri. Il libro è disponibile presso: Intimo Outlet GTS Grignasco, Villanova Biellese, e Studio Stefano Sartorello, Piazza Pietro Micca, Sagliano Micca.

mercoledì 19 novembre 2008

GIARDINI, PARCHI E VILLE NEL BIELLESE


LIBRO, AUTORI BIELLESI : Renata Lodari, Antonio Canevarolo

Conoscere, ma soprattutto far conoscere, Biella e il Biellese è oggi non soltanto meritorio, ma addirittura indispensabile. Significa rivelare a se stessi e a quanti non conoscono la città e il territorio, una ricchezza di autentici tesori che giacciono sepolti dall’incuria, dall’azione distruttrice del tempo, o anche semplicemente dalla dimenticanza.
C’è tutto un passato storico-artistico biellese che moltissimi ignorano, Spesso cose belle, opere artistiche o artigianali, vicino alle quali si passa normalmente senza vederle o più esattamente senza osservarle. Sono lì. Sono lì da sempre. Ma le storie di chi le ha collocate, di chi le ha volute e scelte, spesso storie che al loro tempo hanno avuto grande rilievo e risonanza, si è persa nel silenzio polveroso degli anni. Riscoprirle significa restituire una parte del patrimonio umano che appartiene all’intera comunità, e ne accresce, spesso addirittura ne determina l’attuale profilo storico. L’ultimo lavoro che riscopre l’importanza di questo ufficio , cioè di ampliare la conoscenza del territorio biellese , è un prezioso e bellissimo volume: “ Il paesaggio ordito. Giardini e parchi nel Biellese”, edito da Lineadaria.
Ne è curatrice Renata Lodari, progettista di giardini, ideatrice e curatrice di programmi culturali sul tema del giardinaggio, docente alla seconda Facoltà di Architettura del Politecnico di Torino. Le splendide fotografie che illustrano il volume, attribuendogli dignità di opera d’arte, sono del fotografo biellese Antonio Canevarolo.
La composizione del testo vede impegnati alcuni nomi di rilievo dell’area di ricerca e valorizzazione del territorio. Danilo Craveia, archivista del DocBi, Centro Studi Biellesi; Elisabetta Crova, architetto,progettista e ricercatrice; Ermanno de Biaggi, responsabile del settore pianificazione della Regione Piemonte e del Museo Regionale di Scienze Naturali di Torino; Federico Fontana, architetto che opera nel campo del restauro architettonico e della progettazione di paesaggio; Nicoletta Furno, agronomo, direttore della Riserva naturale speciale del Parco Burcina; Paolo Sorrenti, architetto, membro del Comitato Scientifico del Centro di Documentazione dei Sacri Monti e Complessi devozionali europei.
Il volume scandisce con sobrietà , in un’elegante veste tipografica, i vari momenti di un’ interessante ricerca, leggibile anche attraverso i pannelli della bella mostra sul tema, allestita nella sale del Museo del Territorio, al Chiostro di San Sebastiano.
Le splendide fotografie di Canevarolo, diverse dall’usuale clichè biellese, originali e mirate, offrono una facile guida ai saggi riportati nel testo, assicurando al volume una decisa valenza d’arte. Si scopre così che esistono “giardini storici” nel territorio biellese, ed anche “giardini biellesi” nella panoramica specifica del giardinaggio. Il censimento dei giardini storici è stato eseguito da Federico Fontana e Renata Lodari. Ed è ancora Renata Lodari ad illustrare le “fantasmagorie paesaggistiche tra boschi, vigne e ciminiere”, evidenziando inattese curiosità, come statue, grotte, laghetti, viali, gazebo ricoperti di glicini e rampicanti, fontane, alberi secolari, e quant’altro. Elisabetta Crova si occupa invece dei progetti di celebri giardinieri, quali Giuseppe Roda e Pietro Porcinai ai quali si devono incantevoli angoli di giardino in lussuose ville biellesi. Nicoletta Furno si occupa dell’attività dei vivai e delle componenti botaniche dei giardini, presentando documenti e storici progetti. Danilo Craveia tracciando una pagina di storia, analizza invece il tessuto socio-economico al quale appartenevano i committenti: nobili, impresari, imprenditori. La storia artistica che accompagna giardini e ville è affrontata invece da Federico Fontana, che individua ispirazioni legate all’Ecclettismo, all’Art Nouveau, e al Razionalismo.
“Biella una città giardino mancata?” si chiede invece Paolo Sorrenti che inizia la sua analisi partendo dal più celebre documento di base: il famoso Theatrum Sabaudiae del 1682. La sua conclusione è che a Biella gli spazi verdi sono sempre stati presenti e hanno avuto una loro importante collocazione nelle varie scansioni urbanistiche dei tempi, confermando che “ la città di Biella ha sempre mantenuto gli aspetti che hanno distinto la matrice verde del suo impianto urbanistico”. Aggiungendo poi, ai luoghi esaminati nel suo saggio, anche “un’ampia serie di giardini pubblici realizzati dalla volontà di governo del territorio” proprio perché “ quell’idea di città giardino tramandata dall’iconografia, non rimanesse soltanto una bella illustrazione e un’immagine del passato da contemplare sulla carta.”

- MARIA TERESA MOLINERIS

sabato 25 ottobre 2008


LIBRO, AUTORI BIELLESI : Paola Riboldi

Paola Riboldi, biellese d’adozione, insegna lettere all’Istituto Tecnico Commerciale Statale “E. Bona” di Biella. I suoi hobby sono: la fotografia, la lettura ed il canto, a cui dedica le maggiori attenzioni. Da qualche tempo ha iniziato a pubblicare libri: il primo è “Il Beato Giovanni da Mosso nella storia del suo tempo.

Il secondo scritto con l’amica, Anna Maria Zin, si intitola “I fratelli di Francesco” che tratta le storie dei frati di San Sebastiano a Biella.

Il terzo di recente presentazione è “Emozioni di un attimo”: un libro “formato” da tenui colori, piacevole corsivo e delicate parole, che esprime con semplici poesie lo stato d’animo dell’autrice, ricca di calore umano, piena di voglia di vivere, come dimostrato da questa breve lirica riportata nella parte riguardante la gioia:

M’immergo
nel verde
profumato
dei miei silenzi
e
nella trasparenza
della mia gioia
ti ritrovo
voglia di vivere.

- Giorgio Gulmini

sabato 21 giugno 2008

Un ponte per Terabithia

FILM - regia: Gabor Csupo

Ecco un film adatto ad una visione familiare senza che le banalità abbiano il sopravvento, anzi intelligenza e sensibilità lo rendono una favola straordinaria anche per gli adulti. Un ragazzino di undici anni vede la sua vita cambiare improvvisamente, quando fa amicizia con Leslie, una coetanea appena arrivata nella sua scuola. I due inventano un mondo immaginario chiamato Terabithia, popolato da creature magiche. Mentre la vita, in famiglia e a scuola, é ricca di contrasti, nel loro mondo loro sono il re é la regina. Un film che io non volevo vedere perché lo pensavo sullo stile di Harry Potter o di fantasy simili. Fortunatamente l'ho guardato insieme a mia figlia e ne sono rimasto affascinato. Mi aspettavo una favoletta da bambini e mi ha stupito con una storia realistica, per nulla scontata, dove se ci sono effetti speciali è solo perché servono a narrare una storia. Il film è tratto dal romanzo per ragazzi che Katherine Paterson scrisse nel 1976 per aiutare il figlio a superare la morte di una sua cara amica. Il regista (ungherese, classe 1957) è alla sua prima esperienza "hollywoodiana" ma ha un passato da animatore di cartoons ed una sua etichetta discografica di musica sperimentale. Ama la musica di Frank Zappa e dopo il successo del film se n'è andato a vivere alle Hawaii. Decisamente un tipo interessante: lo aspetto alle sue prossime prove per vedere se è nato un genio cinematografico.

- Roberto Moretto

I CENTO ANNI DELLA VIRTUS


LIBRO, AUTORI BIELLESI - Un piacevole libro per ricordare questo importante sodalizio nato, vissuto e cresciuto grazie alla volontà, all’amicizia, di decine e decine di giovani. La Virtus San Giuseppe, circolo ricreativo cattolico di Chiavazza è celebrata con documenti storici, testimonianze giornalistiche e tante fotografie che dal 1908 ad oggi formano una “ricchezza” di ricordi fortemente voluta dall’attuale amministrazione. Spaccati di vita sportiva e sociali fanno tornare il lettore a come eravamo “tanti anni fa”.

Importante è il ricordo di coloro che si sono susseguiti alla conduzione del Circolo, dedicando tempo ed energie affinché s’arricchisse ogni giorno di più sia sotto l’aspetto estetico (vedi i vari rifacimenti strutturali) sia sotto l’aspetto morale promuovendo la formazione dei giovani del rione. Scorrendo le pagine di questa lodevole iniziativa letteraria oltre ai saluti iniziali del Canonico, del Presidente del Quartiere e del Presidente del Circolo un ricordo particolare al Maestro Belli che ha dedicato alla VIRTUS quarant’anni in qualità di Segretario. Si passa poi alla documentazione storica rinvenuta negli archivi parrocchiali e sulle pagine dei giornali locali in cui vengono descritte le varie iniziative e feste, in modo particolare in occasione della festività di S. Giuseppe operaio.

Proseguendo nella consultazione si possono ammirare i raffronti del vecchio e nuovo rione; la chiesa ancora priva dell’attuale e pregevole architettura, le ampie zone verdi ed il fabbricato del circolo prima e dopo “le cure”. Non poteva mancare una ricca carrellata sportiva nella quale sono evidenziati i vari protagonisti delle principali attività: calcio, pallavolo, ciclismo, bocce. In conclusione si può affermare che questo libro è un piacevole album di ricordi da consultare per tornare un po’ indietro nel tempo e da far conoscere ai giovani.


- Giorgio Gulmini

venerdì 25 aprile 2008

Dig!!! Lazarus Dig!!!


Disco - Autore Nick Cave and the bad seeds

Grazie al cielo il vecchio Nick, l'australiano più poeta del mondo, ha riscoperto il significato più profondo della parola rock!
Infatti, quando stavamo ormai disperando e lo immaginavamo legato per sempre al pianoforte a cantare ballate molto simili una all'altra (lo so che sono cattivo ma non penso che qualcuno si offenda...) quali le canzoni di The boatman's call o soprattutto di Nocturama, il ribelle neo cinquantenne dal ciuffo impomatato tira fuori dal cilindro questo gran bel disco.
DLD è un lavoro viscerale e potente, nel quale la grande voce di Nick risalta al cento per cento, grazie anche ad una produzione molto attenta e grintosa, che in qualche frangente lo fa sembrare quasi una jam session in studio molto libera e ben poco strutturata. Un disco che trae benefico indubbio dal progetto parallelo Grinderman, che ha avuto il merito di riportare Nick nella direzione di lavori quali Let love in o The good son. Un rock mai banale, chiassoso e completo, con qualche riff che sembra preso dal riflesso di qualcosa degli U2 (ahia, che paragone ...) e qualche altro da fonti ben più rumoriste e dissonanti (ascoltate Night of the lotus eaters per verificare). Inevitabile che chi si è innamorato della calda voce di Nick nei tre dischi precedenti resterà deluso da questo ascolto, mentre chi come me ha consumato i solchi dei suoi primi lavori non potrà fare a meno di esclamare un fragoroso "Bentornato!".

- Luca Pasquadibisceglie 

19


Disco - Autore Adele

Se siete stanchi degli eccessi di Any Winehouse e amate le belle voci femminili, ecco il disco che fa per voi. Non so nulla di lei, ma le sue canzoni (che scrive e canta, una volta persone del genere si chiamavano cantautori, adesso con l'era high-tech non so) sono avvolgenti come un bel piumone caldo e delicate come un petalo di rosa essiccato che ritrovi quasi per caso aprendo un vecchio libro che credevi perduto. La prima canzone del disco, Daydreamer, fissa già la rotta di un lavoro essenziale ma molto coinvolgente: una chitarra acustica e la sua voce, nulla di più. Ma 19  non è un disco folk, è molto di più. E già la successiva Best for last lo dimostra, con un incedere di basso, coro e voce solista che non ti lasciano scampo e ti conquistano in meno di un minuto. E via di seguito, con qualche arrangiamento orchestrale che sorprende (Chasings pavements) e pianoforti protagonisti (Hometown glory) , accenni del soul più frizzante (Right as rain) e persino citazioni della Bjork meno introversa e criptica (Cold shoulder). 19 è tutto questo e ancora di più, anche se si stenta a credere che sia il debutto di un'artista nemmeno ventenne, tremendamente matura e consapevole dei suoi mezzi creativi. Convinti? Datele una chance, e anche se non la vedrete mai barcollare con il make up sfatto sul palco di qualche mtv show non ve ne pentirete!

- Luca Pasquadibisceglie