lunedì 26 dicembre 2005

A noi vivi

LIBRI: A noi vivi - Autore: Robert A. Heinlein
Nel 1938 Robert A. Heinlein (1907-1988) cercò di diventare membro del Congresso USA. Fu battuto alle elezioni per una manciata di voti e la sua carriera politica subì un arresto dal quale non si sarebbe mai più ripresa. Senza troppi soldi, fallita in precedenza una carriera militare in marina e fallito l'impegno politico si ritrova a 31 anni senza un lavoro per vivere. La politica ce l'ha ancora nel sangue e decide di scrivere un romanzo su quella che è la sua visione del mondo, scrive quello che non è riuscito a comunicare agli americani, la sua visione del mondo e come risolverne i problemi. Il romanzo “A NOI VIVI” viene ambientato nel futuro e con un espediente letterario analizza le differenze tra il mondo di oggi (siamo nel 1938 ma i problemi sono uguali a quelli del 2006) e i progressi di un ipotetico futuro ambientato nel 2086. Il libro venne rifiutato da tutti gli editori. Ma Heinlein sa di essere un bravo scrittore e continua a scrivere, si guadagnerà da vivere con romanzi di fantascienza. Diventerà un autore che oggi è paragonabile a Verne, Asimov e Wells. Del libro “A NOI VIVI” nessuna traccia, resta inedito e dimenticato fino al ritrovamento del manoscritto nel 2003. Oggi è in edicola nell'edizione URANIA del mese di Dicembre. Ci sono libri che lasciano tracce nel futuro: nel 1948 Orwell pubblicò il romanzo “1984” di cui oggi, tutti noi, utilizziamo la sua terminologia per spiegare i fatti del mondo moderno (es. “Grande Fratello”). Forse un giorno i fatti narrati in “A NOI VIVI” saranno considerati ovvi e normali.
L'Arte deve comunicare sensazioni. La Letteratura può farlo usando banalmente il racconto oppure attraverso la stimolazione delle idee del lettore. “A NOI VIVI” stimola le idee. Il concetto più penetrante del libro è l'abolizione del mondo dalla schiavitù del denaro. Non è un'invenzione letteraria di Heinlein ma una teoria economica chiamata Social Credit che ebbe una qualche risonanza ad inizio del XX secolo. Si tratta di rivoluzionare il sistema bancario, accusato di essere l'inconsapevole creatore della povertà ed il consapevole padrone del mondo di oggi.
Questo libro è la prova che si può scrivere di politica ed economia moderna, facendola capire a tutti, attraverso un divertente romanzo di fantascienza. Bellissimo e consigliato a coloro che credono di sapere tutto ed a coloro che sanno di non sapere nulla, il che è la stessa cosa.
- Roberto Moretto

mercoledì 24 agosto 2005

Million Dollar Baby

FILM - autore: Clint Eastwood

E' uscito in DVD il film di Clint Eastwood tratto dal raconto "Lo sfidante" di F.X. Toole (Ed. Garzanti).
E' la storia di una ragazza che, aiutata da un problematico allenatore di boxe, sogna il successo. Una vecchia palestra è lo specchio della società di oggi, dove i campioni vivono coi calzini bucati. Il ring non è solo lo spazio dove avvengono gli incontri di boxe ma rappresenta un qualsiasi ambiente dove vivere e coltivare i propri sogni. Clint Eastwood ricama sui tre protagonisti un film di forte impatto emotivo. L'allenatore fallito, il vecchio pugile fallito e la ragazza che sogna. I tre protagonisti si incontrano per realizzare qualcosa di magico. Basterà la loro volontà e la loro onestà per cambiare il (loro) mondo? A forza di prendere pugni si finisce per interrogarsi sul significato della vita, ma invece di trovare risposte si trovano solo altri pugni. E' un film pieno di gente povera e, forse per questo, avida. Una delle scene emblematiche minori è rappresentata dal regalare una nuova casa a chi ne ha bisogno; ci si aspetterebbe un "grazie" e invece si ricevono pugni morali. Quei pugni che la vita concede a tutti noi. Bisogna essere dei campioni per uscire dal ring tutti interi.
Ma anche i campioni hanno solo un certo numero di incontri vincenti, poi arriva sempre il momento della sconfitta. E speriamo che il nostro destino sia migliore di quello di chi sogna un milione di dollari.
...Che bel film, che brutto dramma, come è reale la gente che lo popola, sembra di conoscerli bene e a qualche personaggio si finisce per volere bene davvero, come se fosse un amico che conosciamo da sempre.
OSCAR 2005 PER MIGLIOR FILM, MIGLIOR ATTRICE (HILARY SWANK), MIGLIOR ATTORE NON PROTAGONISTA (MORGAN FREEMAN) E MIGLIOR REGIA (CLINT EASTWOOD).

- Roberto Moretto

mercoledì 10 agosto 2005

Prima dell'alba


FILM Prima dell'alba

Ripubblico la recensione, con la novità che il dvd è disponibile anche in italiano da qualche settimana, così come Prima del tramonto, il film che chiude la giornata (alcuni anni dopo) dei nostri due eroi! Vincitore dell’Orso d’Oro a Berlino nel 1994, Prima dell’alba è un film da guardare e riguardare finchè il nastro non si consuma. Salvo optare per il dvd, inedito in Italia e da acquistare tramite la rete, ennesimo esempio di come siano miopi i distributori della terra di Fellini. Stessa cosa che avviene con i film di Kevin Smith, ma questa è un’altra storia.
Prendi un ragazzo. Americano. In vacanza interail in Europa. Figlio di genitori divorziati. Figlio degli anni novanta. Con il pizzetto e i jeans sdruciti. Incerto e poetico, sognatore romantico e al tempo stesso cinico osservatore del mondo. Solo.
Prendi una ragazza. Francese. Anzi, di Parigi. Che torna a casa dopo aver visitato la nonna a Budapest. Viaggia in treno perché ha paura degli aerei. Affascinante anche quando parla di ecologia e del nuovo fascismo dei media. Con un sorriso che non si riesce a descrivere. Sola.
Mettici Vienna, una delle poche città che – con una sola inquadratura – regalano una spruzzata di romanticismo perfino a un baraccone della fiera e a un orologio della stazione.
Falli incontrare e conoscere, falli scendere insieme dal treno proprio lì, a Vienna , e fagli passare tutta la notte insieme, in attesa del volo che riporterà Jessie James tra i dorati pascoli d’America. Falli parlare e parlare e parlare, falli salire sul Prater e falli giocare a flipper, falli camminare lungo il Danubio e falli entrare in un negozio di dischi. Falli bere birra e manda loro una zingara che predica il futuro per pochi scellini.
Gioca a essere Dio e osserva queste due anime che, incerte ma fiammeggianti, si avvicinano, si annusano e si incenerisono a vicenda.
Lui è Ethan Hawke, reduce da L’attimo fuggente e di passaggio verso Gattaca e la moglie Uma Thurman. Lei è Julie Delpy, in attesa di Killing Zoe.
Attorno ad essi poco altro, perché il film lo reggono sulle spalle solo loro due. Niente effetti speciali, niente comparsate di lusso, niente scene di nudo. Insomma, quasi un film all’antica, figlio dell’estro creativo di Richard Linklater e perfetto esempio di cosa voglia dire conoscersi e, mi scappa la parola, amarsi nell’era post aids e durante la guerra dei Balcani.
Denso di poesia senza mai essere stucchevole, impregnato di buoni odori come un vecchio fazzoletto di pizzo ritrovato in fondo ad un cassetto in una casa estiva, girato con mano esperta e piglio quasi documentaristico, Prima dell’alba è il perfetto dopocena in queste afose serate estive, il biglietto d’auguri dell’ottava meraviglia del mondo per chi, come me, crede che una pellicola possa perfino cambiare la vita alle persone
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- Luca P.

giovedì 7 luglio 2005

The Terminal

FILM - autore: Steven Spielberg

Tutto il film è ambientato all'interno dell'aereoporto di New York perchè Viktor Navorski (Tom Hanks), un passeggero in arrivo da un paese straniero, per cause burocratiche, sarà libero di girare nel terminal ma non di uscire. E non per qualche ora, ma settimane... Il protagonista non parla bene la lingua inglese e ci si chiede come sia possibile costruire un film senza trama e senza i dialoghi del protagonista. Ma il regista è un genio e riesce a filmare sempre in modo particolare scene che altri avrebbero banalizzato. Una delle prime immagini è il dettaglio di un tabellone "arrivi e partenze", ripreso in modo magico: ciò che è sembra fermo è invece molto mosso, e si inizia a capire che quello che pare normale può essere visto con meraviglia se ci si sposta un po'. Spielberg ci mostra una fiaba dedicata a chi crede che solo viaggiando si può "vivere". E invece, anche chiusi in spazi più o meno ristretti, si può fare molto, in modi diversi.
Si ride molto, e ci si commuove (chi ne è capace). Chi vuole può riflettere sulla libertà e sul potere. Ottimo film anche per una visione famigliare.

- Roberto M.

mercoledì 1 giugno 2005

Sin City

Sin City - Autore: Rodriguez - Miller
Sin city è un fumetto e, da oggi in Italia, anche un film. Un bel film. Così come Sin city è un bel fumetto. Presentato a Cannes con tutti gli onori, Sin city vede anche la partecipazione alla regia di Quentin Tarantino (che ha ricevuto come compenso un dollaro, come lo stipendio di Steve Jobbs della Apple ...), che ha girato una scena - guarda caso - piena di pallottole e di morti. Non che il resto del film sia trascurabile, anzi. Le storie della città del peccato sono intrise di violenza, di sesso, di alcol e di sangue. Sennò che peccati sarebbero! Il film ricalca fedelmente persino il taglio delle pagine cartacee (che spero vengano riscoperte), con passaggi in stile davvero belli e suggestivi, così come la felice scelta dell'uso del bianco e nero e del colore relegato ad ombra (quando vedrete il film capirete cosa intendo). Un Mickey Rourke irriconoscibile, una Rosario Dawson e una Jessica Alba belle come non mai, un Frodo cieco e cattivissimo formano l'ossatura di un cast (Benicio del Toro tra gli altri) di questo noir coinvolgente e ben diretto. Una visione consigliata a tutti tranne che ai minori e ai deboli di cuore...

- Luca P.

lunedì 28 febbraio 2005

Un'altro giro di giostra

LIBRI: Un'altro giro di giostra - Autore: Tiziano Terzani


Un viaggio nel bene e nel male del nostro tempo, recita il sottotitolo. Sicuramente un viaggio nell'universo delle varie medicine, più o meno alternative, più o meno scientifiche, più o meno dannose, del nostro tempo. La teknomedicina da una parte e l'acqua fresca dall'altra. Ma non è questo il punto fondamentale del libro. Al centro c'è l'essere umano, con i suoi dubbi e le sue speranze. L'analisi lucida delle persone che l'autore incontra nel suo ultimo cammino è da applausi. Tiziano Terzani, ammalato di cancro, morto poco dopo la pubblicazione di questo libro, mette sulla carta i suoi dubbi, come un cronista dell'anima. Lui che era stato reporter di importanti fatti mondiali, nel suo ultimo libro è un grande giornalista del mondo privato, più intimo e più importante del precedente.
Certo che non tutti possono curarsi e morire come ha fatto Tiziano Terzani. In questa società troppe volte priva di umanità (anche nel campo medico), il racconto del libro sembra quasi una favola. Una favola, vera e tragica, di qualcuno che riesce a dire con parole semplici cose di difficile comprensione. Ci dice della sua esperienza con la chemioterapia, con lo yoga, con le medicine alternative; come un nonno che racconta a noi, suoi nipotini, la sua vita. Grazie Tiziano.
- Roberto M.

lunedì 7 febbraio 2005

Some kind of monster

FILM: Some kind of monster - Autore: Metallica

Un documentario rock fatto bene è merce rara. Difficile scindere la persona dalla sua immagine e dal mitico credito di cui gode un artista presso i propri fan. Difficile raccontare con onestà il travagliio creativo di una qualsiasi opera, che sia musicale, letteraria o altro. SKOM ci riesce, pur con qualche passaggio un po' troppo lento, nel migliore dei modi. I Metallica sono il gruppo rock più famoso del mondo, hanno venduto quasi (o di più, dipende dal giornalista) 100 milioni di dischi, suonano da vent'anni e più e hanno portato il genere heavy metal (nato speed e finito solo rock) alle masse. Ma sono persone. Hanno dubbi, crisi, sogni, speranze, frustrazioni, dolori. E SKOM li mette in fila, sotto i riflettori, uno ad uno. James Hetfield era un alcolizzato, è sparito per mesi per disintossicarsi mentre i suoi compagni lo aspettavano incerti sul futuro del gruppo. Le voci si rincorrevano, il tempo passava, e nulla accadeva. In questo si inseriscono altri avvenimenti, noti ai fedelissimi, quali l'abbandono del bassista Jason Newsted e la ricerca del suo sostituto. Con sempre presente il fantasma di Cliff Burton, bassista geniale scomparso a causa di un incidente stradale durante il tour del 1986. A proposito di fantasmi, non voglio dimenticare il primo chitarrista del gruppo, quel tale Dave Mustaine liquidato in due settimane a causa dei suoi problemi con l'alcol e fondatore dei Megadeth, band da sempre antagonista dei Metallica. E proprio il faccia a faccia tra Dave e Lars Urlich (batterista) è secondo me la scena più intensa dell'intero film. Due persone che si spogliano di tutto il loro successo, e si guardano negli occhi dopo vent'anni. E una di loro piange. Nonostante tutto. Il film prosegue con il ritorno di James, i provini per il sostituto di Newsted e la scelta (azzeccatissima) del nuovo bassista, il mitico e rotondo Rob Truillo. Un bel film, da vedere anche se non sapete nemmeno chi siano i Metallica, perchè girato con il chiaro intento di spostare una volta per tutte le tende che celano le vere vite di persone definite "star". E capire che un uomo, in fondo, è sempre un uomo. E che le sue paure, se ha il coraggio di affrontarle, sono sempre le solite, indipendentemente del conto in banca e dei tatuaggi da metallaro che si porta addosso.
-Luca Pasquadibisceglie

sabato 29 gennaio 2005

Niente di Nuovo sul Fronte Occidentale

LIBRI - Autore: Eric M. Remarque


Pensare e riflettere sulla guerra. Sembra facile, ma in un mondo dove la guerra è rappresentata dai film hollywoodiani è quasi impossibile coglierne i veri aspetti.
Niente di nuovo... è un "vecchio" romanzo ambientato nella prima guerra mondiale, una sorta di diario scritto da chi la guerra l'ha vissuta (sono in tanti) e ha talento per scrivere (sono in pochi). E' un bel libro pieno di emozioni e di sentimenti dove impara a conoscere meglio l'animo umano; al fronte non c'è spazio per l'ipocrisia dei rapporti finti del mondo "normale".
Infine un grande pregio: non è un libro di accusa contro questo o contro quello, è un tentativo di raffigurare cosa prova un soldato. Anche se è stato scritto nel 1929, credo che sia attualissimo anche oggi, finchè esiste una guerra nel mondo è cronaca. Solo quando non esisteranno più guerre diventerà un libro di storia.


- Roberto Moretto

martedì 11 gennaio 2005

I pilastri della terra

LIBRI: I pilastri della terra - Autore: Ken Follet


Qualche anno fa mi ero messo a leggere molti degli autori americani di best seller. Avendo una pratica di lettura dei classici (es. Dostoevskij), gran parte di quelle nuove letture mi apparivano divertenti ma nulla di più. L'unico che si distinse un po' fu "I pilastri della Terra". Passano gli anni e mi trovo a leggere il bel classico "La lettera scarlatta" (dall'impareggiabile introduzione). Per associazione d'idee mi torna alla mente la vicenda di una delle donne protagoniste del libro di Ken Follet e decido di rileggerlo.
Bellissimo. Una grande rievocazione storica dell'Inghilterra medioevale. Intrighi, amori, armi, battaglie... una girandola inarrestabile di vicende che hanno l'enorme pregio di non essere solo divertenti da leggere. Viene ricreato un mondo storicamente lontano ed il lettore entra a farne parte. Date e avvenimenti storici reali, anche se con qualche licenza, aiutano a vivere un romanzo storico d'alto livello.
La storia ruota intorno alla costruzione di una cattedrale. E' il mondo dei monaci e dei cavalieri, dei contadini e dei ladri. E' anche un libro che esprime idee, ma non contro la religione o contro la guerra, come potrebbe apparire ad una lettura superficiale.
Questo libro, dalle molte pagine, ha una grande controindicazione alla sua lettura: quando si inizia a leggerlo si rischia di non smettere più; ho passato notti quasi insonni e vi auguro di fare altrettanto.

- Roberto M.