giovedì 31 gennaio 2008

Eseguendo la sentenza - dietro le quinte del delitto Moro


Libro - autore Giovanni Bianconi

Il 16 marzo del 1978 in Via Fani veniva rapito Aldo Moro, dopo che il commando brigatista guidato da Mario Moretti aveva trucidato la scorta al suo seguito.
Moro restò prigioniero delle BR per 55 giorni, fu interrogato nella famigerata "prigione del popolo" di Via Montalcini, ucciso e traportato in Via Caetani, una piccola strada situata giusto a metà tra la sede della Democrazia Cristiana e quella del Partito Comunista Italiano.
Una strada in pieno centro, in una Roma blindata e sotto assedio, raggiunta senza fatica dalla Renault 4 rossa guidata dai brigatisti e scelta per dimostrare una volta di più che il disegno terrorista intendeva colpire anche il progetto del presidente della DC di far entrare il PCI, per la prima volta, nell'aera di governo del Paese.
Il libro di Bianconi, già autore di Mi dichiaro prigioniero politico - Storia delle Brigate Rosse - e di Ragazzi di malavita - Fatti e misfatti della Banda della Magliana, ripercorre quei giorni inquadrandoli anche nel contesto italiano, europeo e mondiale del 1978, riallacciandosi alle notizie dei telegiornali d'epoca, alle cronache delle imprese sportive e degli eventi culturali
e socio/politici di allora.
Un mosaico estremamente complesso, che oggi sembra a tratti persino inverosimile nella sua quotidiana crudeltà fatta di gambizzazioni, scontri metropolitani, sparatoie, attentati, assassinii.
Inoltre, appaiono per la prima volta alcuni dialoghi e gli appunti scritti nei loro diari personali dai diretti protagonisti "istituzionali" della vicenda, da Andreotti a Fanfani, da Craxi a Papa Paolo VI.
Vengono proposti alcuni stralci delle interrogazioni svolte dalle numerose commissioni di inchiesta parlamentari, così come vengono ripercorsi gli incontri dei brigatisti e le loro riunioni, le loro modalità operative, le telefonate alla famiglia, la ricerca dei corrieri per la consegna dei messaggi ed i loro sistemi di reclutamento.
Viene inoltre ricreata in maniera molto efficace e straziante l'atmosfera che respiravano a casa Moro la moglie ed i figli, in perenne attesa di notizie e in continuo scontro con le decisioni prese dal potere politico, trincerato nei rapporti con i rapitori dietro la più rigida intransigenza .
In mezzo, le lettere scritte da Moro sia ai familiari, tenere e struggenti, che ai colleghi politici, molto più dure e polemiche, figlie di pensieri vergati sulla carta con la consapevolezza che ogni foglio avrebbe potuto essere l'ultimo.
E ancora, lo strano episodio della seduta spiritica con Romano Prodi, il falso comunicato del Lago della Duchessa, e molto altro.
Fino all'epilogo della vicenda, con le ultime parole di Moro dedicate a Noretta e al piccolo nipote Luca.
E con i saluti e i titoli di coda del telegiornale della notte di inizio maggio che chiude il libro.

- Luca Pasquadibisceglie